
28Feb, 2021
Uno dei miti moderni più perniciosi sulla maternità è che avere figli danneggia la carriera delle mamme.
Alle donne e mamme in carriera gli uomini spesso dicono che devono “scegliere tra il lavoro e i figli”, perché non possono fare le “equilibriste” tra due fronti, dato che, anche se ci riuscissero, non sarebbero mai delle brave e complete madri né delle brave e complete donne lavoratrici.
Forse, però, non sono la maternità o i figli a far deragliare la carriera delle donne e le loro ambizioni personali, quanto piuttosto gli uomini che si rifiutano di fare la loro parte.
Mamme in carriera tra rinunce, figli e padri negligenti
Se i padri facessero a casa lo stesso tipo di lavoro che le madri hanno sempre fatto, la carriera delle donne potrebbe prosperare in modi che non abbiamo ancora immaginato. Ma per arrivarci, dobbiamo smettere di inquadrare le disgrazie sul posto di lavoro delle madri come una questione di “equilibrio”, e iniziare a parlare di come la negligenza domestica degli uomini renda così difficile avere successo.
Certo, sappiamo che gli uomini stanno facendo più di quanto non abbiano fatto negli anni passati: i padri dedicano mediamente circa otto ore alla settimana per la cura dei figli, tre volte di più rispetto a quanto facevano i loro padri nel 1965.
Se gli uomini fanno di più, tuttavia, ciò non significa che facciano abbastanza.
Nonostante i progressi compiuti, le madri spendono ancora quasi il doppio del tempo che gli uomini dedicano, 14 ore alla settimana, alla cura dei bambini. E non tutto il lavoro dei genitori è un lavoro tangibile e quantificabile: è il lavoro mentale di avere figli che spesso è il più pesante.
È facile dividere i compiti pratici, per esempio, chi prepara il pranzo a scuola o veste un bambino al mattino. Ma qualcuno deve anche tenere traccia di quei giorni in cui il pranzo deve essere impacchettato per una gita o quando è il momento di comprare nuova biancheria intima o scarpe da ginnastica. Quanti papà conoscete che potrebbero dirvi la misura corretta delle scarpe del loro bambino?
Il lavoro invisibile
Questo tipo di lavoro invisibile cade quasi sempre sulle donne, e raramente parliamo dell’impatto che ciò ha sulla nostra vita professionale. Immaginate se, invece di riempirci la mente di liste di cose da fare, come la spesa e gli appuntamenti dal dentista, avessimo a disposizione uno spazio per il pensiero creativo intorno al nostro lavoro e alle nostre passioni. Per le mamme in carriera la libertà di pensare è un privilegio.
Gli studi dimostrano anche che i padri continuano ad avere molto più tempo libero delle madri.
Le madri, però, usano il loro tempo libero per fare le faccende domestiche e prendersi cura dei bambini, mentre i padri impiegano il tempo libero per gli hobby e per rilassarsi. A pensarci bene anche questo dato riguarda la carriera, infatti le persone che hanno più tempo libero per attività creative tendono a lavorare meglio.
Le “sanzioni” per mamme in carriera
Esistono “sanzioni per la maternità” nei luoghi di lavoro che non hanno nulla a che fare con gli uomini. Le madri hanno molte meno probabilità di essere assunte rispetto alle non madri, e quando hanno dei figli il loro salario cade a picco.
Recenti studi hanno portato alcuni analisti a concludere che il divario salariale era quasi interamente attribuibile alla maternità. Gli uomini, invece, tendono a ottenere più soldi quando hanno figli. La discriminazione individuale e strutturale nei confronti delle mamme in carriera rimane, e ciò pone un enorme ostacolo alle capacità delle donne di raggiungere gli obiettivi nella sfera pubblica.
La discriminazione è una realtà
Che gli uomini si occupino meno di bambini è ampiamente noto, ma non ampiamente condannato.
Sentiamo sempre più spesso, per esempio, che le donne si preoccupano di più rispetto ai propri partners. Eppure, non c’è davvero nulla di appagante nel ricordare che vostra figlia ha bisogno di fermagli per i capelli, o che occorre un nuovo paio di sandali. Se le donne nelle relazioni con gli uomini sembrano essere più interessate a questi compiti, forse è perché immaginano che non saranno i loro mariti ad essere guardati in modo strano se la bambina va a scuola con le unghie lunghe un centimetro o con scarpe troppo strette.
Bisognerebbe smettere di credere che le donne facciano la maggior parte del lavoro di assistenza alla famiglia perché “lo vogliono”, oppure perché sono naturalmente “ispirate” verso tali compiti. La realtà, invece, è che fanno così perché la società si aspetta che lo facciano, perché altrimenti verrebbero giudicate in modo negativo come delle cattive madri.
Quindi smettiamola di dire che è la maternità a mettere i bastoni alle ruote della carriera delle donne; non è l’istituzione della maternità che rende difficile avanzare sul lavoro. Non sono i nostri figli. È che non esiste uguaglianza sul lavoro, così come, di fatto, non esiste nemmeno a casa.